La letteratura oculistica mondiale concorda sul fatto che l'occhio umano, in condizioni ottimali di contrasto, può distinguere alla distanza minima di messa a fuoco (20-30 cm) fino ad un massimo di 10 linee per millimetro - cioè 250 dpi.
La risoluzione spaziale dell'occhio umano diminuisce drasticamente all'aumentare della distanza (ad un metro di distanza siamo già sotto ai 75 dpi), e "precipita" in situazioni di scarso contrasto.
Risoluzione cromatica
L'occhio umano vede solo i colori compresi nella banda da 380 (rosso) a 780 (viola) nanometri.
La risoluzione a 24 bit ("true color", 16,8 milioni di colori) è nettamente superiore a quanto percepibile dall'occhio umano. La risposta del sistema visivo ai livelli di luminosità (bianco e nero) non è lineare, ma logaritmica: in condizioni ottimali può discriminare più di 256 livelli di luminosità (in pratica, nel bianco e nero, 8 bit non sono sufficienti).
La capacità di discriminazione diminuisce nelle zone più scure.
Per quanto riguarda la conversione dpi>Mpixel:
La risoluzione delle fotocamere digitali viene indicata in megapixel. Una fotocamera con una risoluzione di 3 megapixel cattura 3 milioni di pixel per una stessa immagine, mentre una fotocamera da 1 megapixel solo 1 milione. Al contrario, la risoluzione di scanner e stampanti viene espressa in punti per pollice (dpi, dots per inch) o pixel per pollice (ppi, pixel per inch). Confrontare dpi e megapixel può essere disorientante, ma l’esempio seguente può aiutare: una foto 10 x 15 cm a 300 dpi (o ppi) misura 1200 x 1800 pixel, che corrispondono a 2,16 megapixel.
Possiamo quindi dire che,entro i 10-15 centimetri e in condizioni ottimali di illuminazione,l'occhio può avere una risoluzione di circa 2 Megapixel. Va da se che questa stima può cambiare molto dipendentemente dai parametri suddetti.